Carissimi “tutti”,
vi scrivo mentre la luce del sole pomeridiano rende bellissimo dimorare presso la nostra parrocchia, in preghiera e, con la voci dei bambini che corrono per i campi sportivi, uno spettacolo.
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Servire o servirsi della Comunità cristiana? La differenza è abissale! Alcune persone vivono la loro esperienza di Chiesa, in concreto di Parrocchia, nella permanente illusione di ritenersi sempre nel giusto. Questa illusoria certezza di non sbagliare mai, o poco, è la tentazione di tutti e molti misurano la fede e la vita spirituale degli altri alla luce del proprio metro di misura.
Credere di essere nella vita della propria Comunità parrocchiale degli operatori pastorali utili, indispensabili, chiavi portanti di chissà quale volta di parabola di Vangelo, è qualcosa di pericoloso e di anti-evangelico.
Ai suoi discepoli, quelli di un tempo così come quelli di tutti i tempi, Gesù insegna che chi realmente opera all'interno della sua Chiesa è lo Spirito; chi smuove l'impossibile e apre nuove strade nel deserto dell'umanità è sempre lo Spirito; chi, infine, suscita i carismi, i cosiddetti talenti personali, la generosità, la solidarietà, l'oblatività affettiva tra le persone della stessa Comunità parrocchiale è ad ogni istante lo Spirito.
Se non si passa attraverso l'esperienza della passione, della morte e della risurrezione dell'Uomo di Nazareth, di Gesù il Cristo, non può nascere e non può mai cresce a giusta misura la Comunità dei figli della Luce!
Ogni servizio nella Chiesa, in particolare nella e per la propria Comunità parrocchiale, nasce dall'accoglienza in Sè della forza e della luce della risurrezione di Gesù, doni e potenze queste di vita che costruiscono incrollabili esperienze di Vangelo e di anticipato regno di Dio già su questa terra.
Nella Chiesa, dunque, servire equivale a vivere a piccole dosi il martirio della comunione, così come Gesù lo ha vissuto all'interno della sua esperienza religiosa, fino a traghettare gioiosamente i suoi seguaci oltre ogni limite imposto dal compromesso umano, sempre verso la casa del Padre